IC BERGAMAS

Studenti

 

FESTA DELLA MUSICA 2018

Martedì 22 maggio, ore 9.00

(in caso di pioggia:  Venerdì 25 maggio, alla stessa ora)

In PIAZZA SAN GIACOMO

 

UNA SCUOLA SOTTO IL CIELO

Festa della Musica 2018

 

Anche quest’anno centinaia di bambini dell’I.C. Bergamas si ritroveranno in piazza San Giacomo, per ballare e cantare insieme e per dimostrare che si può fare scuola anche così, sotto il cielo, senza bisogno di libri e quaderni.

Il sottotitolo prende spunto dalle parole della canzone cantata da Demis Roussos, “Il mondo degli uomini bambini”:

PENSA AD UNA SCUOLA SOTTO IL SOLE

DOVE I SOGNI SONO I LIBRI TUOI,

UNA SCUOLA FATTA PER CANTARE

CON IL CUORE TU NON STONERAI…

Oltre alle danze popolari di altri paesi (Francia, Grecia, Spagna, Inghilterra, Romania, America, Sud Africa, Nuova Zelanda…), non mancheranno brani famosi come “Ci vuole un fiore”di Rodari e Endrigo, “Do re mi” da Tutti insieme appassionatamente, la nostra “Canta San Giusto” in dialetto triestino, nonché diverse animazioni proposte dagli insegnanti.

La scuola Bergamas e la FIAB Trieste pedalano assieme sabato 12 maggio

Sabato 12 maggio l’Istituto Comprensivo Bergamas, nell’ambito del Progetto “Pace in bici” organizza una pedalata per alunni, genitori e insegnanti sulla ciclabile Cottur.

La pedalata partirà alle ore 10, all’inizio della ciclabile a San Giacomo (nei pressi della scuola), e si concluderà alla stazione di Moccò, dove si svolgeranno giochi e diverse attività ludiche fino alle ore 12.00 circa.

“Pace in bici”  è un progetto di collaborazione tra la FIAB (Federazione Italiana Amici Bicicletta) Trieste Ulisse e l’Istituto Comprensivo Bergamas iniziato in febbraio per promuovere nelle classi della scuola secondaria di primo grado l’uso corretto della bicicletta e il valore della mobilità sostenibile come elemento costruttore di Pace.

Il tutto è iniziato tre anni fa, quando alcune insegnanti dell’istituto hanno aderito a un percorso di formazione per docenti finanziato dalla Regione FVG “La mia scuola per la pace”. E’ così maturata la convinzione di educare alla Pace nell’ordinarietà delle attività didattiche e lo stimolo per i docenti a fare della scuola “un laboratorio di Pace” nel quale promuovere attività di ricerca, riflessione e servizio in cui i ragazzi diventano protagonisti di azioni di sensibilizzazione del territorio.

FIAB Trieste Ulisse dopo tanti anni riprende l’attività di formazione dei giovani all’interno della scuola. A questa prima esperienza, dichiara il Presidente Luca Mastropasqua, seguiranno certamente altre perché riteniamo che il nostro impegno acquista un senso compiuto solo se rivolto anche alle future generazioni.

Questa pedalata giunge alla conclusione del progetto che ha visto la FIAB Trieste svolgere, assieme ad alcuni docenti e rappresentanti dei genitori, quattro interventi in aula con un “comitato” appositamente formato da alunni delle diverse classi.

Abbiamo approfondito i temi della pace e della sostenibilità ambientale, per la bicicletta abbiamo parlato di funzionamento tecnico, di sostenibilità, di sicurezza d’uso e dei diritti e doveri del ciclista.

A conclusione di questo percorso formativo assieme agli stessi alunni del “comitato” è stata organizzata la pedalata di sabato 12, alla quale parteciperanno circa quaranta allievi, numerosi adulti/genitori  accompagnatori e alcuni soci FIAB per offrire supporto tecnico ai partecipanti. Si ringrazia il comitato genitori della scuola Bergamas per la preziosa collaborazione e speriamo nel sole, altrimenti l’iniziativa sarà rinviata a sabato 26 maggio, con gli stessi orari.

A ROMA PER LA PACE

La Scuola secondaria “A. Bergamas” al Meeting Nazionale delle Scuole di pace e da Papa Francesco

Il 5 e 6 Maggio si è svolto a Roma il Meeting nazionale delle scuole di Pace, culminato nell’incontro di sabato mattina, in una sala Nervi gremita, con il Santo Padre. La scuola media A. Bergamas di Trieste, era lì presente con tre insegnanti (Ceettina, Paparelli e Terpin) e un gruppo di 24 alunni in rappresentanza di tutta la scuola, avendo aderito al corso di formazione e ricerca biennale “La pace si insegna e si impara” che ha coinvolto alcuni docenti dell’Istituto Comprensivo.

Il Meeting è stato il momento finale d’incontro di tutte le scuole che lavorano su percorsi di Pace ed è stata, inoltre, l’occasione per presentare le Linee Guida per un’educazione alla Pace e alla Cittadinanza Glocale stilate dal gruppo di lavoro di 162 insegnanti della Regione Friuli Venezia Giulia .

I veri protagonisti sono stati, insiemi agli insegnanti, i loro ragazzi che si sono detti entusiasti dell’esperienza vissuta.

“Me lo aspettavo diverso”, dice Valentina,” ma è stato molto entusiasmante”. “Mi ha stupito lo splendore dell’emozione di tutti gli alunni, migliaia di ragazzi tutti felici e attenti dinanzi ai discorsi fatti sulla Pace” aggiunge Mitja . “Inoltre è stato emozionante il fatto che molti studenti con idee, etnie, età diverse si siano riuniti insieme per costruire la pace”, afferma Niccolò. “Io ho sentito molto l’unità di tutte le scuole”, ha concluso Andrea. “Tra di esse, compresa la mia, si è formato un legame per combattere ed ottenere un bene comune: la pace. Ringrazio il Papa e il suo impegno nell’esprimere il suo pensiero di unione, guidando tutti sulla buona strada”. Questo il pensiero di Paola.

Ragazzi partiti da Trieste con in mano la propria esperienza di Cooperazione a scuola, pronti a confrontarsi con le altre scuole italiane e con le Istituzioni nella convinzione che “la Pace s’insegna e s’impara” e per provare a rispondere insieme alla impegnativa domanda, posta dal Coordinatore della Tavola della Pace Flavio Lotti: “Per un’educazione alla Pace stiamo facendo abbastanza?”. Di fronte al Papa gli alunni delle scuole hanno posto le proprie domande sorte dall’inquietudine data dalla complessità e dalla violenza che ogni giorno viviamo. “Santo Padre, ma che succede? Che succede nel mondo?”. Francesco ha molto apprezzato, ha detto, “queste domande concrete” e sottolinea Gaia “ha dato risposte concrete”. Il suo carisma è stato l’aspetto che più ha colpito i ragazzi. Dice Antonio: “ha un modo sanissimo di parlare, senza peli sulla lingua, lui che ha il vero diritto di parlare da uomo”. Michele afferma: “Inizialmente pensavo che il Papa dicesse cose ovvie, note a tutti, riguardanti i vari problemi quotidiani e invece ha utilizzato parole molto profonde, emozionanti, ma allo stesso tempo chiare e semplici mescolate a tanta simpatia”. Ma la simpatia non è bastata ad alleggerire il suo discorso: “Viviamo in un tempo di distruzione”, ha detto il Santo Padre, “verso le persone ed il creato”. Mattia per questo sottolinea: “Sono rimasto colpito dalla quantità di nazioni in guerra oggi, troppe!”. Maria, ma anche molti altri suoi compagni, hanno colto la contraddizione della madre bomba di cui il Papa dice di essersi vergognato. Anche Daniele riporta come significative per lui le parole del Santo Padre: “La madre porta vita, quell’ordigno porta distruzione. Come si può chiamare così una bomba?”. Ester aggiunge: “Mi ha colpito molto la differenza tra pace e guerra e il pensiero che nella pace i figli seppelliscono i padri mentre nella guerra i padri seppelliscono i figli”.

Ecco perché per Ethan “il Papa è una fonte di saggezza per tutti e dovremmo prendere esempio dalle sue parole divertenti ma allo stesso tempo ispirate”. “Ci ha ricordato”, dice Luca, “che bisogna saper amare il prossimo per salvare il mondo che è di tutti noi, fare il contrario sarebbe applicare una cultura di distruzione”.

Elisa afferma di essere stata particolarmente colpita dall’aneddoto raccontato dal Papa. A 9 anni, quando era in quarta elementare, ha confessato ai ragazzi di aver detto una parola brutta alla sua maestra, “che era una donna piena di dignità”, ha sottolineato Francesco; la maestra ha scritto una nota ai suoi genitori chiedendo di parlare con loro perché ha detto “ se questo bambino dice queste cose brutte a 9 anni cosa dirà a 20?”. Quando la madre ha avuto il colloquio con la maestra ha chiesto a Francesco di scusarsi con lei, la maestra lo ha abbracciato e lui è tornato in classe “da vittorioso” ma poi, ha tuonato il Papa ai ragazzi “quello è stato solo il primo atto. C’è stato poi il secondo atto a casa!”. Ecco perché Elisa sente di dover sottolineare le parole del Papa “ adesso se un ragazzo riceve una nota i genitori chiedono agli insegnanti di chiedere scusa all’alunno!”. Insomma, ha concluso Francesco, che il patto educativo tra la scuola e la famiglia si è rotto e bisogna ricostruirlo, altrimenti non può funzionare.

“Il Papa”, dice Anna, “ è stato sincero e personale, ha saputo rispondere alle domande nel modo più giusto e a tutti ha dato le risposte migliori”.

Anche le insegnanti si sono sentite rinfrancate nel loro duro lavoro quotidiano e nell’importanza del portare avanti il proprio compito educativo. Il Papa ha esortato tutte le scuole della Pace ad andare avanti con coraggio perché “la parola rassegnazione” ha detto “è proibita!”.

Così con il sorriso sulle labbra e nel cuore, i ragazzi della Scuola Secondaria A. Bergamas di Trieste sono tornati a casa pronti a continuare il loro percorso di Pace e di Cittadinanza legato alle tante iniziative coordinate dalla Cooperativa studentesca “Era Ora”, insieme alla propria comunità scolastica che via whatsapp li seguiva costantemente ed era lì con loro a prendere la benedizione papale.