IC BERGAMAS

Antonio Bergamas

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ANTONIO BERGAMAS (Gradisca d’Isonzo 1891 – Tonezza del Cimone 1916) fu un militare volontario irredento durante la Grande Guerra. Nato a Gradisca d’Isonzo da una famiglia di sentimenti italiani, si trasferì da bambino a Trieste e poi a Capodistria dove frequentò le Scuole Magistrali. Fu un ammiratore di Mazzini, degli ideali repubblicani, del primo futurismo e dell’irredentismo. Il 3 ottobre 1914 varcò la frontiera a Cormons trasferendosi prima a Roma e poi a Venezia. Protagonista in alcune manifestazioni interventiste, Bergamas scelse di arruolarsi come fante nella Brigata Re nel maggio del 1915. Nell’estate dello stesso anno partecipò ad un concorso a Cormons per essere ammesso alla Scuola Militare di Modena ma venne respinto per aver scritto un tema ritenuto dagli esaminatori troppo ironico e sovversivo. Data però la penuria di ufficiali dell’esercito italiano, nei mesi successivi riuscì comunque a partecipare al corso diventando sottotenente della Brigata Barletta con cui combatté sul Monte Sei Busi e nella zona di Castelnuovo.

Nel maggio del 1916 l’Austria-Ungheria scatenò la Strafexpedition ed il suo reparto venne inviato sul Monte Cimone, sull’Altopiano di Asiago. Alle 8 del mattino del 18 giugno 1916, assieme al suo plotone di zappatori, Bergamas fu mandato all’assalto delle postazioni austro-ungariche ma una sventagliata partita da una mitragliatrice lo colpì a morte. Sepolto dai suoi commilitoni in zona, il suo corpo non venne mai ritrovato. Si ritiene che le sue spoglia riposino all’interno della fossa comune del Cimitero Militare Monumentale “Medaglia d’Oro Pietro Marocco” di Arsiero
Simbolicamente però, il suo corpo si trova all’Altare della Patria: nel 1921 infatti la madre di Antonio, Maria, fu eletta a rappresentante di tutte le madri dei soldati dispersi nella Grande Guerra per scegliere il feretro del Milite Ignoto che dal Cimitero degli Eroi di Aquileia fu poi deposto all’interno del Vittoriano, a Roma.

Ancora oggi a Gradisca d’Isonzo è possibile vedere la sua casa natale nonché leggere il suo nome sull’Ara che il Comune ha dedicato ai volontari gradiscani della Grande Guerra. Di Antonio rimangono alcune delle parole più toccanti scritte da un giovane soldato alla madre. In una lettera del 27 giugno 1915 si può leggere: “Domani partirò chissà per dove, quasi certo per andare alla morte. Quando tu riceverai questa mia, io non sarò più. […] Addio mia mamma amata, addio mia sorella cara, addio padre mio, se muoio, muoio coi vostri nomi amatissimi sulle labbra davanti al nostro Carso selvaggio, cecando di indovinare se non lo rivedrò il vostro mare, e cercando di rievocare i vostri volti venerati e tanto amati.” (in Fabio Todero, “Morire per la Patria”, Gaspari, Udine, 2005, p. 148) 

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